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Biografia

Il terreno scappa da sotto i tuoi piedi, per poi diventare tanto duro quanto concreto. Le mura si sciolgono, si avvicinano e poi scompaiono. Il palco diventa liquido, le braccia dei musicisti non sono più distinguibili dagli strumenti. I nostri corpi sono portati indietro allo stato primordiale.

 

Questa esperienza non ha niente a che fare con le droghe sintetiche o la sensazione di morte imminente. Parquet sale sul palco. Una pila di motivi minimalisti, pattern ritmici, scoppi di chitarra e sintetizzatori. In questo luogo tra due mondi perdi i tuoi passi e cedi. La vertigine è vissuta brevemente, perché in fondo è lì, che ci mostra la luce. Le percussioni sono al centro della loro architettura effimera, aggiungendo e sottraendo elementi verso e dai pezzi  ipnotici e lunghi della band. Parquet è un mondo di paradossi, un labirinto che attraversiamo al massimo della velocità in un permanente climax.

Fondata nel 2014 dal batterista Sébastien Brun, la band abbraccia la fantasia della musica tecno suonata con strumenti pieni. Iconoclastico nell’essenza, il gruppo si differenzia per la sua abilità di incantare.

“Il materiale è grezzo, esigente, ruvido, elettrico, incorniciato in un’estetica elettronica e ballabile, ma che potrebbe essere ben diversa. Vedo l’arrivo dei diversi elementi della musica come l’arrivo dei personaggi dell’opera. Con preparazione, suspense ed enfasi. L’ambizione è quella di tenere l’ascoltatore sulle spine e allo stesso tempo lasciarsi andare.” dice Sébastien Brun, confermando che la musica di Parquet è più una questione di sensazione che di dogmatismo, pur rivendicando una certa forma narrativa, lontana da ogni astratta e vana iperconcettualizzazione.

Sarebbe un peccato ridurre la musica del gruppo al suo potere performativo. Nel suo album di debutto, Parquet apre il campo delle possibilità e porta insieme techno abrasiva, rock sperimentale e brutalismo elettronico in un corpus di lavoro unico. Registrata durante il 2019 e lavorato a distanza dai vari membri del gruppo (al momento della registrazione si trattava di Julien Desprez & Clément Edouard) (Simon Henocq, Nicolas Cueille, Jean-François Riffaud, Guillaume Magne e Sébastien Brun), questo primo formato lungo è stato mixato da Bertrand Fresel e poi da James Ginzburg (metà degli Emptyset).

Il motto di Ginzburg: “sentiti libero di essere estremo”. Colloca il gruppo in una nuova fase creativa della sua vita: tra la decostruzione e la riappropriazione di una musica che reinventa la forza sonora primordiale, che trova nuovi percorsi ai corpi dei danzatori, che ripensa totalmente la sua supposta dipendenza dal formato melodico e commerciale del tempo. 

Ascolti

Dischi

Sparkles & Mud

2023, Carton Records