MAKAI
Concerti passati
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13/03/2019 Forlì (FC) / Diagonal Loft Club
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12/03/2019 Urbino (UD) / Fuoritema
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16/02/2019 Firenze (FI) / Auditorium Flog
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27/01/2019 Busseto (PR) / Barezzi Roads
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26/01/2019 Terlizzi (BA) / MAT Laboratorio Urbano
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12/01/2019 Scafati (SA) / Tarumbò
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29/12/2018 Cerignola (FG) / Boavibe
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07/12/2018 Genova (GE) / Giardini Luzzati - Spazio Comune 2
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06/12/2018 Milano (MI) / Mare culturale urbano
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13/09/2018 Corato (BA) / Verso Sud festival
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12/09/2018 Pesaro (PU) / Dalla Cira Produzioni
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02/09/2018 Piacenza (PC) / Bleech Festival
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30/08/2018 Treviso (TV) / Home Festival
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11/08/2018 Locorotondo (BA) / Locus festival w/ Floating Points
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09/08/2018 Castelbuono (PA) / Ypsigrock Festival
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31/07/2018 San Mauro Pascoli (FC) / Sammaurock festival
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26/07/2018 San Cataldo (LE) / SEI - Sud Est Indipendente Festival
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21/07/2018 Seregno (MB) / ARCI Il Ritorno
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15/07/2018 Loreo (RO) / Ora d'aria
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14/07/2018 Feltre (BL) / Fuochi Fatui
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13/07/2018 Rapolano Terme (SI) / TV SPENTA, dal vivo
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23/06/2018 Marina di Ravenna (RA) / Hana-Bi
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22/06/2018 Cannaiola (PG) / Antifestival
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25/05/2018 Milano (MI) / MI AMI Festival
Biografia
MAKAI è il moniker dietro cui si nasconde Dario Tatoli, producer, sound designer e polistrumentista pugliese, già nei Flowers or Razorwire (keats collective USA/Bizarre love triangles ITA). MAKAI è un processo in divenire iniziato nel 2010 e in costante evoluzione. Un vortice di dicotomie irrisolte e irrisolvibili, alla ricerca di una perfezione che è un sogno dentro le palette dei suoni e nella stretta griglia della forma canzone. Un labor limae continuo volto a vestire le canzoni di abiti nuovi, fatto di tagli e revisioni, riscritture e sovraincisioni, che si concretizza nel 2016 nell’EP HANDS. Alla pubblicazione è seguito un tour che lo ha portato su numerosi palchi italiani fino a quello dello Sziget Festival di Budapest.
Clara, il primo videoclip estratto da “The Comfort Zone”, il nuovo disco in uscita ad Aprile, è stato presentato in anteprima su Rolling Stone. Il secondo, “Lazy days”, è uscito in anteprima su Repubblica.it. Un album che fa delle contraddizioni e contaminazioni il suo tratto distintivo, che crea una dialettica tra momenti contrari in una sintesi di geometrie techno e strumentali onirici, di spensieratezza e malinconia.
La comfort zone è uno stato psicologico dove si resta in contatto con persone, cose e ambienti familiari, preservandosi da ansie e paure. MAKAI ha quindi abbracciato sonorità diverse dal suo solito immaginario, è diventato il sound designer di se stesso, elaborando armonie tra elementi apparentemente contrastanti e contrapposti. Nascono così nove brani, nove quadri visivi in musica tutti cantati in inglese. Canzoni semplici ma dai testi toccanti e intensi, dai tessuti musicali ironici, sognanti e ipnotici allo stesso tempo.
MAKAI volteggia su nuvole di suono, passando dal loop ossessivo e avvolgente di kalimba di “Lazy Days”, soffiato inno alla pigrizia e all’armonia della semplicità, al canto sottile corredato da percussioni decise e chitarre sommerse di Hands, dove si celebra l’inizio di un viaggio dalla destinazione sconosciuta. “The Comfort Zone” è al contempo leggero e profondo, sia musicalmente che testualmente: frutto di questo raffinato e delicato bilanciamento sono i campionamenti e il cromatismo quasi fotografico di Fire fall, l’autoritratto in forma di note di You, la malìa sonora di Clara. Si passa con eleganza dal vortice ossessivo e notturno di Night Shift alle risonanze techno ed elettroniche di ispirazione teutonica di Missed per atterrare, fluttuante, onirico e profondo su Later. Chiude il viaggio la title track, The Comfort Zone: registrata in una vecchia demo nella sua mansarda e la sua chitarra classica, è semplice, privata, sporca, si fa emblema di quella zona di sicurezza da cui Makai fugge durante tutto il resto dell’album.